Andrea Camilleri, Topiopì

Andrea Camilleri
Topiopì
Mondadori 2016

 

Intervista per MENTELOCALE

Prima di Topiopi’, ha illustrato anche Magarìa, la prima favola di Andrea Camilleri: come si è sviluppato il rapporto con lo scrittore nell’ornare le parole con i disegni?

Camilleri è uno degli scrittori che più amo, ho letto tutto quello che ha scritto. Non vi dico quale emozione è stata avere l’occasione di illustrare il suo primo racconto per bambini! La sua scrittura è calda e il suo sguardo sulla realtà rigoroso, ma sempre affettuoso e ironico. In Magarìa la narrazione si sposta continuamente tra il piano della fantasia e dell’invenzione e quello di una realtà disincantata, tra finzione letteraria e consapevolezza della finzione. Ho cercato di raccontare con le immagini innanzitutto l’ambientazione nella campagna siciliana, così essenziale in Camilleri e in questa storia. Ho cercato tra le immagini dei miei viaggi in Sicilia, e mi sono soprattutto ricordata di quel cielo grande, quel mare blu e quella vegetazione mediterranea forte e profumata. Poi ho cercato di tradurre in immagini diverse i diversi piani della narrazione, con un linguaggio più fiabesco, più disegnato e più astratto, per le storie fantastiche narrate all’interno della storia, e un linguaggio un poco più realistico per la storia stessa. Senza dimenticare mai che le illustrazioni accompagnano i bambini-lettori nella lettura sottolineando i momenti più emotivi e coinvolgenti del testo.

Topiopi’ è una favola corta dove il ruolo delle illustrazioni diventa ancora più rilevante: come ha operato nella scelta delle immagini?

Ho fatto una lunghissima ricerca di immagini sulla vita contadina nella Sicilia rurale dell’epoca, case, ceramiche, piastrelle, arredamenti e animali da cortile…

Poi come sempre ho pescato nei ricordi: la casa di amici a Catania con arredi antichi, le cascine visitate da bambina con rumori e odori, le stalle, i pollai con le gabbie dei conigli e i pulcini che pigolano. Ricordo benissimo l’emozione provata a tenere un pulcino tremante in mano. Poi ho preso gli acquerelli e ho preparato decine di fondi con vegetazione mediterranea, prati, foglie, fiori, cactus, fichi d’india. E poi muri, tegole, pavimenti lastricati. Non li ho utilizzati tutti! li ho scansionati e tenuti lì. Poi ho studiato come fare il bimbo e il pulcino. Che fossero carini e simpatici ed espressivi ma non leziosi. Poi ho aspettato che le immagini si sedimentassero, e ho iniziato a lavorare, pagina dopo pagina, col collage, usando elementi tratti dagli acquerelli scansionati.

Come è nato il suo interesse e dedizione per il mondo dell’infanzia e bambini?

Avevo un grande amore per la lettura e la letteratura, mi piaceva disegnare e amavo l’arte ma non volevo fare l’artista per non dover entrare nei meccanismi del mercato dell’arte, mi divertivo molto a chiacchierare e disegnare coi bambini e avevo lavorato come volontaria in un Closelieu, ho studiato visual design e progettazione grafica, mi sono appassionata per la produzione editoriale per bambini degli anni 70: ho visto nella letteratura per l’infanzia illustrata un mondo nel quale fare confluire tutti questi interessi e amori.

Tra i suoi recenti creazioni troviamo Kiwi, un disegno realizzato per un dizionario illustrato digitale: ci vuole parlare di questa iniziativa?

Si tratta di un dizionario illustrato digitale per aiutare i volontari dei centri di accoglienza rifugiati a comunicare più facilmente con i bambini, una app interattiva con audio in doppia lingua italiano e inglese che i volontari potranno utilizzare con il proprio smartphone. E’ una niziativa che ho trovato molto interessante, partita dalla Germania e raccolta in Italia da PUBCODER che la sta realizzando e ha selezionato 150 parole di uso quotidiano che saranno illustrate e animate per rendere il dizionario facile, comprensibile e divertente per i bambini. Stanno collaborando decine di illustratori. Ho partecipato molto volentieri anch’io con due parole.

info: https://www.pubcoder.com/BenvenutiABC