Le illustrazioni delle fiabe di Andrea Camilleri, Magarìa e Topiopì.

Camilleri è uno degli scrittori che più amo, ho letto tutto quello che ha scritto. Non vi dico quale emozione è stata avere l’occasione di illustrare per Mondadori il suo primo racconto per bambini, Magarìa! La sua scrittura è calda e il suo sguardo sulla realtà rigoroso, ma sempre affettuoso e ironico. In Magarìa la narrazione si sposta continuamente tra il piano della fantasia e dell’invenzione e quello di una realtà disincantata, tra finzione letteraria e consapevolezza della finzione.

Ho cercato di raccontare con le immagini innanzitutto l’ambientazione nella campagna siciliana, così essenziale in Camilleri e in questa storia. Ho cercato tra le immagini dei miei viaggi in Sicilia, e mi sono soprattutto ricordata di quel cielo grande, quel mare blu e quella vegetazione mediterranea forte e profumata.

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Poi ho cercato di tradurre in immagini diverse i diversi piani della narrazione: con un linguaggio più fiabesco, più disegnato e astratto le storie fantastiche narrate all’interno della storia

e un linguaggio un poco più realistico per la storia stessa.

Senza dimenticare mai che le illustrazioni accompagnano i bambini-lettori nella lettura, soprattutto nei momenti più emotivi e coinvolgenti del testo.

Il lavoro continua in stretta e attenta collaborazione con la meravigliosa redazione e tutti i tecnici bravissimi di Mondadori.

Quest’anno è arrivato Topiopì. Per me è stato un vero onore, e una grande gioia, illustrare anche il secondo libro per bambini di Camilleri!

Topiopì è storia di ricordi d’infanzia, senza sconfinamenti fiabeschi, dove il rapporto tra il piccolo Nenè e il pulcino è molto reale e semplice e allo stesso tempo straordinario.

Per questa storia  ho fatto una lunghissima ricerca di immagini sulla vita contadina nella Sicilia rurale dell’epoca: case contadine e case di campagna, ceramiche, piastrelle, arredamenti, lavori dei campi e animali da cortile…

Ho pescato anche nei miei ricordi: una casa di amici a Catania con arredi antichi, le cascine visitate da bambina con i loro rumori e odori, le stalle, le gabbie dei conigli, i pollai con le galline e i pulcini che pigolano. Ricordo benissimo l’emozione provata a tenere un pulcino tremante in mano.

Ho preso gli acquerelli e ho preparato decine di fondi con vegetazione mediterranea, prati, foglie, fiori, cactus, fichi d’india. E muri, tegole, pavimenti lastricati, cesti di vimini. Non li ho utilizzati tutti! li ho scansionati e tenuti lì.

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scansioni di fondi ad acquerello

Poi ho studiato come fare i personaggi, soprattutto il bimbo e il pulcino. Che fossero simpatici ed espressivi ma non melensi… E come conciliare le dimensioni: Nenè bambino, piccolo con gli adulti ma enorme per il pulcino. E come metterli nello spazio del baglio.

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prove di sovrapposizioni

Ho lasciato che le immagini si sedimentassero per un po’. Ho fatto decine di pagine di prove. Volevo trovare un registro linguistico visivo che mi permettesse di comunicare ai bambini che avrebbero preso in mano il libro, attraverso le immagini, che si trattava di ricordi veri di vita vera nella campagna siciliana in un tempo lontano e di relazioni reali tra umani e animali, ricche di emozione e affetto.

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prove

Ad un certo punto, finalmente, ho iniziato a lavorare. Pagina dopo pagina, col collage, usando gli elementi tratti dagli acquerelli scansionati e preparandone di nuovi, sono arrivata alla fine delle 46 doppie pagine.

Il libro è uscito il 6 settembre 2016, per il compleanno di Andrea Camilleri.